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Fiabe moderne

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Occhietti da furetto

e quel sorrisino

che sarebbe capace di sbranarla.

Ali da rapace,

lampadina nel cervello

e quell’aria adrenalinica

da ragazzo della porta accanto.

Ti sommersi di parole

e ti raccontai filastrocche,

e tu,

ambiguo,

restavi tra il silenzio

e le parole dolci.

Musica, maestro!

Scelgo la melodia dei miei capelli

perché quando saranno lunghi,

in una treccia li calerò dalla finestra;

o forse allora

avrò ormai dimenticato di amarti.

Salii sul tuo castello un mattino

e tu sul mio ci inciampasti per sbaglio.

Eppure – che ridere! –

eravamo a dieci anni di distanza.

Ehi, credimi,

ti guardai negli occhi

quel lontano giorno,

e vidi il mondo,

il mondo che mi piaceva veramente.

Ora saltella al di qua del ruscello,

c’è Cupido che ti aspetta.

Con un briciolo di nostalgia

mi specchio nel lago

ma… non ti vedo.

Gridalo che m’ami,

voglio sentire limpida la tua voce.

Lontano dai disastri,

i draghi diventano agnelli,

e i sortilegi

si condensano in verità.

Così il cuore si rallegra

in fiabe moderne

che hanno la leggiadria

del primo fiore in bocciolo.

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